© Gianluca Constantino

Approccio del progetto

Il progetto mira a definire ed applicare un approccio integrato alla gestione del territorio lagunare, concretamente basato sulla protezione di habitat di pregio, quali le barene, che vanno difese dalle pressioni che le minacciano, come l’erosione. Per fare questo, abbiamo deciso di adottare un approccio che ha come principi cardine la conoscenza del territorio e delle sue dinamiche, e la partecipazione, tramite il coinvolgimento di comunità locali e specifici portatori di interesse. Riteniamo che la partecipazione sia lo strumento principale per valorizzare ciascun’attività che questo progetto porta avanti e renderle sostenibili nel lungo periodo.

Per proteggere dall’erosione i margini delle barene più interne e confinate, habitat per loro stessa natura difficilmente accessibili ai classici mezzi utilizzati per fare interventi di contrasto dell’erosione, abbiamo deciso di usare tecniche di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale come fascine (rami legati assieme e avvolti con reti di materiale vegetale), refluimento di sedimenti, trapianto delle zolle vegetate distaccate dalle barene a causa del moto ondoso, e sperimentare piccole barriere frangionda e pennelli sempre in materiale ligneo. Un rigoroso monitoraggio ambientale, sostenuto da un’attività sperimentale, verificherà l’efficacia nel tempo degli interventi di conservazione.

Un inizio

L’idea è nata dall’amore e il rispetto per la laguna veneta, uno tra gli ecosistemi lagunari più grandi d’Europa, affascinante, ricca di storia e con molteplici funzioni ambientali, economiche e sociali. LIFE VIMINE è un progetto complesso che si prefigge molteplici obiettivi, specchio della moltitudine di problematiche ed esigenze caratterizzanti il nostro territorio, e nel caso specifico il delicato ambiente lagunare veneto. Un contesto così complesso, in cui sembra mancare il punto da cui iniziare a lavorare per migliorare la situazione, può facilmente portare allo sconforto e all’inazione. LIFE VIMINE si propone, invece, di iniziare ad agire. Certo, non con grandi opere, ma tramite piccoli passi, tutti strategicamente allineati in un’unica direzione che riesca concretamente a innescare un cambiamento.

Il Contesto

L’idea è nata dall’amore e il rispetto per la laguna veneta, una delle più grandi d’Europa, affascinante, ricca di storia e con molteplici funzioni ambientali, economiche e sociali.
Il lavoro pratico inizia da un problema concreto: la protezione delle barene, strutture morfologiche caratterizzanti il paesaggio e la storia lagunare, dal grande valore naturalistico e socio-economico grazie agli importanti servizi ecosistemici che forniscono.
L’habitat a barena sta pian piano scomparendo in laguna, a causa dell’erosione. Adottando una strategia di gestione ambientale di medio-lungo termine basata sul presidio del territorio, e coinvolgendo le fasce di popolazione locale che già vi vivono e lavorano, è più facile identificare per tempo le aree che, pur in sofferenza, non sono ancora giunte a un elevato grado di compromissione. E’ quest’ottica di prevenzione che rende possibili pianificare interventi di piccola entità, a basso costo e molto efficaci.

Vogliamo quindi perseguire una modalità di intervento che permetta di agire tempestivamente prima che il fenomeno erosivo diventi inarrestabile e adottare un’ottica di manutenzione ordinaria, diffusa e continuativa al di fuori, quindi, della consueta logica emergenziale. Cosa vuol dire manutenzione ordinaria, diffusa e continuativa? Ordinaria, significa frequente, che permetta di creare un rapporto col territorio; diffusa, significa distribuita sul territorio, ad ampio raggio; continuativa, significa che si protrae nel tempo, che non si interrompe con la fine del lavoro, ma continua nel futuro.

L’approccio integrato

Volendo definire rigorosamente la tipologia di approccio che contraddistingue il progetto, si utilizza l’aggettivo “integrato”. Lo si definisce integrato perché vuole effettivamente integrare in un’unica complessiva visione, le svariate problematiche del territorio; in un’unica direzione, le diverse metodologie per affrontare le problematiche; in un saldo legame, il territorio e la popolazione che lo vive e ne ha cura. Si tratta, quindi, di un approccio integrato alla protezione del territorio e che tiene conto delle dinamiche delle sfere sociali, etiche ed economiche, inscindibilmente legate all’ambiente stesso.
Vogliamo ora spiegare come il progetto LIFE VIMINE intende far penetrare l’approccio sopra descritto in tutte le attività che lo coinvolgono. E’ utile, a fine comunicativo, distinguere e analizzare separatamente tutti gli aspetti di concreta applicazione, tenendo però in mente che sono sfaccettature di unico sistema e che per riuscire a scorgere una “soluzione” devono necessariamente essere portati avanti congiuntamente. Dalle successive righe si possono intuire le innovazioni insite in ciascun obiettivo di questo progetto, il quale non vuole assolutamente limitarsi a divulgare concetti nobili, ma aspira ad essere l’inizio concreto di una esperienza che, se lo vogliamo, può continuare e crescere, trasformandosi, migliorandosi e arricchendosi di idee e contributi. Ognuno di questi aspetti è affrontato più approfonditamente nella sezione Obiettivi e Attività.

Gli interventi di ingegneria naturalistica sono opere in materiale biodegradabile, come ramaglie e fibre vegetali, ideate per proteggere le sponde più esposte al moto ondoso e assorbire parte dell’energia della corrente e/o del vento. Usiamo l’aggettivo piccolo per descrivere le opere, perché l’installazione è progettata per essere di piccole dimensioni, realizzata con mezzi non invasivi, e grazie ad un grande contributo manuale. La biodegradabilità del materiale assicura la reversibilità delle opere rendendole adeguate ad un contesto in continua evoluzione e privo di forme rigide, caratteristiche intrinseche delle barene. Ogni singolo intervento come anche l’insieme degli interventi, dovranno assicurare il minor impatto possibile sull’ambiente.
Nell’area di progetto non esistono vere alternative al metodo proposto, dal momento ché queste zone barenali sono circondate da bassifondi e velme molto estese e con battente idrico esiguo. Tali caratteristiche, tipiche dei fondali molto interni e lontani dai principali canali navigabili, rendono impossibile o molto sconveniente, per la dilatazione eccessiva dei tempi di lavoro e il danneggiamento dei fondali, l’accesso ai pontoni che imbarcano i mezzi meccanici normalmente impiegati per gli interventi di recupero morfologico.

Una pianificazione accurata e lungimirante è indispensabile per assicurare logicità, coerenza e qualità al progetto.
Un monitoraggio dettagliato è indispensabile per valutare l’efficacia delle opere contro l’erosione e la loro durabilità, e contemporaneamente studiare e imparare come ottimizzarle.
Una manutenzione ordinaria, diffusa e continuativa è indispensabile per provvedere tempestivamente alle riparazioni delle strutture installate, rendendo possibile l’utilizzo di materiali biodegradabili e permettendo la creazione di un saldo rapporto col territorio e le popolazioni che lo vivono.

 

Lo si definisce partecipato perché desidera combinare stimoli esterni e locali per costruire proposte di sviluppo locale. Il progetto parte con idee, propositi, metodologie, ma sono tutti da arricchire, plasmare, ottimizzare, grazie all’aiuto di chi desidera partecipare. E’ un laboratorio, dove si viene a provare, con un’unica regola: viene chi ha voglia di provare! Il progetto vuole anche stimolare la scoperta, o forse meglio la consapevolezza, dei valori degli ecosistemi. Vuole, inoltre, ricordare che non si è costretti a preservare l’ambiente per un dovere etico, ma le motivazioni sono molto più intime e legate alla qualità della vita di ciascuno. Ognuno può difendere il proprio territorio se lo desidera!

Vogliamo riuscire a dimostrare che un nuovo tipo di approccio alla cura del territorio è necessario e che può, quindi, essere esportato e applicato anche in contesti diversi da quello su cui si focalizza tale progetto. Potremo raggiungere tale obiettivo solo se riusciremo a mettere effettivamente in pratica l’approccio descritto in queste pagine.

Che regole possiamo costruire? Che pratiche possiamo mettere in atto per garantire la durata del nostro patrimonio? L'idea non è conservarlo come una stanza nella quale non si entra mai, ma come la casa che si usa con rispetto tutti i giorni.