© Mario Fletzer
Obiettivi e attività del progetto LIFE VIMINE sono molteplici. In questa pagina cerchiamo di riassumerli evidenziandone le numerose interconnessioni. La descrizione parte dagli interventi concreti di ingegneria naturalistica e dall’importanza di un’ottica preventiva; approfondiamo poi il ruolo primario che assumono pianificazione, monitoraggio e manutenzione; illustriamo le attività di ricerca e sperimentazione che permettono di ottimizzare gli interventi di ingegneria naturalistica e gli strumenti di progettazione; spieghiamo il ruolo vitale che assume la partecipazione delle comunità; introduciamo la metodologia che utilizzeremo per valutare e quantificare gli effetti di LIFE VIMINE su ecosistema e società; e concludiamo aggiungendo l’ulteriore obiettivo di riassumere l’esperienza maturata in linee guida in grado di favorire la diffusione di questo approccio e delle tecniche ottimizzate in realtà lagunari simili alla nostra.
Prevenzione
Allo scopo di contrastare efficacemente e in maniera duratura le dinamiche erosive, il progetto si propone di intervenire con un recupero morfologico delle barene in un’ottica di prevenzione. Prevenire significa agire prima che le azioni erosive in atto assumano entità così ingenti da compromettere definitivamente la struttura geomorfologica delle aree barenali e di bassofondo; infatti, una volta che l’erosione è molto pronunciata, non si riesce a porre rimedio se non con notevole dispiegamento di mezzi meccanici pesanti, con costi eccessivi, e con l’inevitabile artificializzazione dei siti e la perturbazione dei fondali.
Interventi di ingegneria naturalistica
Lo schema operativo della metodologia proposta si basa sulla possibilità di intervenire con sollecitudine, da una parte, nella riparazione e protezione dei punti di rottura del margine barenale, dall’altra, costruendo piccole opere che assorbano l’energia del moto ondoso.
Ogni scelta sarà fondata su alcuni principi dell’ingegneria naturalistica che fungeranno da filo conduttore: i) la selezione accurata di materiali a basso impatto ambientale, paesaggistico ed economico, con particolare attenzione a biodegradabilità, provenienza e complessiva sostenibilità; ii) l’ideazione di soluzioni progettuali modellate sulle caratteristiche intrinseche del sistema barenale, come la plasticità naturale (contrapposta alla rigidità artificiale) e il dinamismo con cui evolve; iii) la scelta di specifiche modalità di intervento in campo, manutenzione e monitoraggio, caratterizzate dal minor impatto possibile sui fondali e sulla geomorfologia della laguna.
Le opere impiegate saranno principalmente fascinate a protezione della sponda, frangionda e pennelli, tutti di piccole dimensioni.
Le fascinate da 1 a 20 metri circa, saranno costituite esclusivamente da materiali biodegradabili: fascine di ramaglie avvolte e fissate con legature in fibra vegetale a pali, anche essi in legno. Una volta installate, gli spazi esigui tra il bordo della barena e le fascinate stesse saranno refluiti con sedimenti prelevati dal fondale delle velme adiacenti, mediante pompe leggere. In tal modo, le fascinate saranno saturate dai sedimenti e, quindi, protette a lungo dai fenomeni ossidativi e degradativi, garantendo una maggiore durata nel tempo. L’utilizzo di sedimenti prelevati nelle vicinanze limiterà i costi dovuti al trasporto di materiali di refluimento alloctoni e consentirà l’utilizzo di un materiale maggiormente compatibile con quello presente in sito. Tali interventi sul margine esterno delle barene sottoposte ad erosione creano ampie superfici interne che si comportano da trappole di sedimentazione in grado non solo di arrestare, ma anche di invertire la tendenza all’erosione e alla perdita di quota del piano sedimentario. Il prelievo limitato di sedimenti dalle velme adiacenti contribuisce a realizzare lievi variazioni batimetriche che favoriscono lo sviluppo di nicchie ecologiche contrastando l’attuale appiattimento generale.
Pennelli e frangionda di dimensioni ridotte, anch’essi costituiti di fascine, saranno sperimentati con lo scopo di modificare l'idrodinamica su piccola scala e smorzare il moto ondoso.
L’impiego dei pennelli sarà circoscritto ad alcuni margini barenali in sofferenza a causa del transito laterale delle correnti, con la funzione di dissiparne l’energia e ridurne gli effetti erosivi a carico dei bordi. Le conseguenze attese in seguito alla loro installazione, in particolare la sedimentazione a monte degli stessi, saranno oggetto di continuo monitoraggio. I pennelli sono delle strutture di protezione già utilizzate in passato in laguna, ma con caratteristiche e impiego di materiali diversi da quelli che si intende utilizzare nel progetto LIFE VIMINE.
I frangionda, sperimentati con lo scopo di contrastare e smorzare il moto ondoso, saranno collocati tenendo in considerazione l’idrodinamica locale e il vento dominante. Le strutture saranno costituite da alcune fascine in doppio strato, accostate tra loro, i cui estremi verranno innestati nei bodi della barena.
Gli interventi di ripristino morfologico saranno realizzati esclusivamente con l’utilizzo di imbarcazioni a pescaggio non elevato, con attrezzature leggere, e con una forte componente di lavoro manuale. Questa decisione deriva dalla considerazione che tali attrezzature hanno una maggiore precisione nella ricostruzione dei margini barenali e delle quote di ripascimento e, in aggiunta, rispettano la naturale morfologia barenale e conseguentemente accelerano la propagazione delle piante alofile che, con il loro apparato radicale, rinforzano ulteriormente il margine della barena.
L’attività di ricerca e sperimentazione sarà finalizzata ad ottimizzare gli interventi di ingegneria naturalistica. Intendiamo indagare diversi materiali, individuare le tipologie e configurazioni di opere più efficaci, e migliorare la modalità di costruzione e installazione. L’attività di ricerca sarà organizzata con la stessa ottica che contraddistingue il progetto, ossia attraverso l’integrazione di informazioni derivanti da molteplici strumenti, quali monitoraggio continuativo, lavoro e test in campo, sperimentazione in laboratorio, modellistica matematica e raccolta di informazioni sulle tecnologie tradizionali.
L’obiettivo è ottimizzare gli interventi sia dal punto di vista dell’efficacia contro l’erosione sia della durabilità e resistenza nel tempo. Durabilità e resistenza delle strutture vanno perseguiti con lo scopo di diminuire la frequenza di manutenzione e sostituzione delle installazioni, costruite in materiale biodegradabile e quindi soggette a deterioramento.
Verranno sperimentate diverse tipologie di piccole opere, ciascuna con una funzione specifica, ma che insieme concorrono agli obiettivi di ridurre il fenomeno di erosione e favorire quello di sedimentazione: i) fascinate di ramaglie, che proteggano le sponde più soggette ad erosione; ii) frangionda, che rallentino il moto ondoso; iii) pennelli, che modifichino l’idrodinamica su piccola scala; iv) “letti filtranti” di materiale conchiglifero o di balle di paglia, che rallentino il flusso dei ghebi che dall’interno della barena trascinano solidi sedimentabili verso l’esterno.
Verranno sperimentate diverse tipologie di materiali, legno di diverse specie (tra cui tamerici, pioppo bianco, olmo campestre, frassino, ontano nero, robinia, salice), fibre vegetali per reti e corde, e altri tipi di materiali, preferendo quelli di scarto.
La valutazione dello stato di degrado sarà eseguita mediante confronto ponderale da effettuarsi in laboratorio a regolari intervalli di tempo.
Per quanto riguarda le performance delle opere, impiegheremo diverse tecniche di verifica:
i) Rilievo fotografico, con la stessa modalità adottata per l’ordinaria attività di monitoraggio già prevista per tutti gli interventi realizzati.
ii) Esperimenti in campo, effettuati attraverso l’ausilio di un misuratore di velocità di flusso da installare sia a valle sia a monte dell’opera per valutarne l’efficacia nell’assorbire l’energia del moto ondoso.
Questa attività di sperimentazione in campo e laboratorio verrà rinforzata dall’impiego di un ulteriore strumento, la modellistica dell’idrodinamica.
Pianificazione, monitoraggio e manutenzione sono tre elementi cardine del progetto e dell’ottica con cui lo abbiamo ideato e lo stiamo portando avanti. Per maggiori informazioni sull'approccio clicca qui.
La pianificazione delle opere di ingegneria naturalistica è iniziata prima dell’avvio del progetto. Sono state raccolte in campo informazioni utili alla definizione delle migliori modalità d’intervento per ogni specifico sito, grazie a monitoraggi a vista dei margini delle barene, rilievi plano-altimetrici ♦ e rilievi della vegetazione presente ♦ . Bisogna, però, sottolineare che il risultato dell’attività di pianificazione verrà affinato nel corso del progetto, in risposta ai risultati riscontrati con sperimentazione e monitoraggio.
Il monitoraggio verrà eseguito periodicamente in modo da poter disporre dei dati necessari per comprendere e analizzare l’effetto degli interventi sul sistema barena, e allo stesso tempo individuare dove è richiesto un intervento di manutenzione. Diverse caratteristiche del sistema barena verranno tenute sotto controllo, a partire da prima che le opere vengano realizzate, in modo da disporre di un iniziale condizione di confronto.
Il monitoraggio andrà ad analizzare i seguenti aspetti:
• controllo della morfologia del margine barenale ♦;
• misura dei tassi di sedimentazione ♦;
• monitoraggio delle comunità bentoniche ♦;
• monitoraggio della specie alloctona Spartina x townsendii ♦;
• rilievi della vegetazione presente lungo il margine barenale ♦.
Nel corso di tutta la durata del progetto, sarà posta particolare cura e attenzione a ripristinare con micro interventi manuali quei punti lungo i margini che saranno inevitabilmente sollecitati dal moto ondoso nonostante le protezioni applicate. Ciò risponde pienamente all’ottica di manutenzione ordinaria, diffusa e continuativa che ispira interamente il progetto stesso. L’efficacia delle opere eseguite dovrà essere mantenuta mediante il ripristino conservativo di tratti di strutture, la sostituzione o il reintegro di tratti di fascine di ramaglie ammalorati o perduti. Da qui si capisce il ruolo fondamentale dell’attività di monitoraggio.
Il materiale vegetale necessario per la costruzione delle fascine verrà fornito, inizialmente, dalla manutenzione del verde urbano di Mestre e dei canali dell’entroterra; successivamente, verrà realizzata in laguna una filiera a chilometri zero per la produzione di essenze vegetali autoctone.
Inizialmente, il legname necessario verrà fornito dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (partner del progetto) con le ramaglie provenienti dalla potatura della vegetazione presente sugli argini dei fossati e delle aree di gronda situate lungo i fiumi Dese e Zero.
Nell’ottica di una filiera a chilometro zero e di una sostenibilità a lungo termine, intendiamo coinvolgere soggetti privati e associazioni locali in una collaborazione che possa offrire una migliore gestione del verde presente all’interno dell’area di progetto. Prevediamo, inoltre, su piccola scala, la piantumazione di alberi in alcuni siti di quota idonea. In questo modo, intendiamo sia ripristinare e rinaturalizzare l’habitat esistente in passato e ben inserito dal punto di vista paesaggistico nell’ambiente lagunare sia disporre di legname e ramaglie da utilizzare per gli interventi di protezione delle barene.
Nel corso del primo e dell’ultimo anno di progetto è prevista una raccolta dei rifiuti accumulatisi o abbandonati sulle barene interne all’area di intervento. L’asportazione e lo smaltimento di tali rifiuti saranno effettuati da una ditta specializzata che verrà incarica dal Comune di Venezia, partner di progetto.
L’approccio integrato proposto, basato sul presidio ordinario, diffuso e continuativo del territorio, è pensato per una gestione del territorio nel lungo termine; risulta, di conseguenza, indispensabile attivare circoli virtuosi che facciano nascere l’esigenza di tutelare il territorio. L’obiettivo, quindi, è di riuscire ad accrescere la partecipazione delle comunità locali, in maniera progressiva, durante l’arco temporale del progetto, in modo da trasformarle pian piano da spettatrici a protagoniste.
Le attività di partecipazione pensate andranno dalla formazione di tavoli di confronto fino al coinvolgimento nelle azioni di ingegneria naturalistica del progetto, anche con l’obiettivo di creare ricadute occupazionali positive sul territorio. Il progetto supporterà lo sviluppo di attività economiche locali legate all’esistenza delle barene o dei servizi ecosistemici che tale habitat fornisce.
Proprio grazie alla collaborazione con le comunità locali, il progetto si prefigge di sviluppare benefici a lungo termine che spazino dall’incremento della cultura ambientale, al miglioramento paesaggistico, al recupero di funzioni ambientali, alla creazione di posti di lavoro e al risparmio di risorse economiche.
L’individuazione delle criticità ambientali, la preparazione degli elementi protettivi, e la messa in opera degli interventi di consolidamento dei margini barenali dovranno essere svolti soprattutto da personale con competenze da formare in loco. Questo aspetto è di fondamentale importanza perché ci permette di valorizzare la conoscenza che le persone che abitano il territorio hanno delle dinamiche ambientali, e garantire il presidio permanente dello stesso. Un esempio di competenza richiesta è la conoscenza pratica che i pescatori hanno dei luoghi e delle dinamiche erosive in atto; questo è chiaramente un valido contributo sia per la pianificazione delle piccole opere di ingegneria naturalistica sia per la definizione delle variazioni batimetriche realizzate per favorire lo sviluppo di specie ittiche.
Uno strumento estremamente valido, creato per organizzare una parte delle attività di partecipazione, è la banca del tempo, a cui chiunque può partecipare, a titolo gratuito, e mettere a frutto le proprie competenze. L’idea è di coltivare una rete di persone che offrano una porzione del proprio tempo con la finalità di valorizzare la laguna. I singoli contributi potranno spaziare dalla manutenzione delle opere, alla sorveglianza del territorio, al mantenimento della pulizia dei litorali ecc… Questo strumento, inoltre, fungendo da punto di incontro, potenzierà la possibilità di interrelazione tra le persone.
Il motivo per cui puntiamo sulla partecipazione e su una gestione integrata del territorio è infatti quello di sviluppare una politica ambientale basata sulla prevenzione, sulla cura del territorio e sulla sostenibilità di lungo termine, che possa proporsi come valida alternativa alla dominante logica emergenziale e di intervento con grandi opere.
L’impiego di manodopera locale e lo sviluppo di nuove attività può dare un contributo alla valorizzazione socio-economica delle comunità locali e incrementare la sensibilità ambientale attraverso le conoscenze e le competenze delle maestranze.
Pesca. Il progetto contrasta l’attuale tendenza di erosione e appiattimento dei fondali attraverso la creazione di lievi variazioni batimetriche che favoriscano lo sviluppo di nicchie ecologiche e l’aumento delle specie ittiche. Una maggiore abbondanza di tale risorse avvantaggia le attività di pesca locale.
Nuove attività. La realizzazione degli interventi con mezzi e attrezzature prevalentemente manuali favorisce l’impiego di manodopera e, di conseguenza, può stimolare la costituzione di piccole imprese giovanili o cooperative locali sia per l’esecuzione degli interventi sia per quanto riguarda il reperimento delle ramaglie e il confezionamento delle fascine.
Turismo sostenibile. Il progetto attiverà il processo per ottenere la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nella Laguna Nord. La Carta è una dichiarazione di linee-guida e di principi volti a sviluppare forme di sviluppo, pianificazione e attività turistiche che rispettino e preservino, nel lungo periodo, le risorse naturali, culturali e sociali, contribuendo, in modo equo, allo sviluppo economico e alla piena realizzazione delle persone che vivono, lavorano o soggiornano nelle località turistiche. Questo tipo di turismo viene chiamato sostenibile ed ha l’ambizione di educare il turista al rispetto e alla comprensione delle tradizioni degli abitanti dei luoghi visitati e alla cura dell'ambiente locale; intende, inoltre, restituire un senso al viaggio: quello di dedicare del tempo alla scoperta e all’incontro di altre persone, di altri luoghi, e di trarre ricchezza da questo contatto, in uno scambio reciproco.
Solidarietà e cooperazione. In coerenza con le linee sin qui tratteggiate sarà determinante attivare e consolidare processi virtuosi di cooperazione fra le comunità ed i diversi portatori di interesse presenti in laguna. Per fare questo, sarà importante incentivare la condivisione degli obiettivi da parte di una serie di organizzazioni e associazioni sociali, di attività produttive, di enti e di istituzioni locali che, oltre a collaborare direttamente, potranno offrire il loro sostegno al progetto mediante il patrocinio, la concessione di mezzi, di strutture e il cofinanziamento. A questi soggetti potrebbe essere proposta la costituzione di una struttura a rete mediante la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti per la promozione e il sostegno delle finalità progettuali.
I risultati dei quattro anni di progetto si estrinsecheranno in un avanzamento dello stato dell’arte in materia di gestione partecipata del territorio basata su tecniche a basso impatto ambientale. Verranno stilate delle linee guida che descrivano i principi di pianificazione, progettazione, manutenzione, e monitoraggio delle tecnologie sviluppate. Questo favorirà la diffusione delle conoscenze acquisite e permetterà l’applicazione dell’ottica del progetto su altre zone costiere colpite da simili processi erosivi.
Un approccio orientato alla realizzazione di interventi di protezione con il coinvolgimento attivo delle comunità locali dovrà essere verificato nella sua efficacia mediante monitoraggi di medio periodo (tre anni), allo scopo di dimostrare l’effettivo valore, in termini ambientali, degli interventi di gestione messi in atto e, in termini socio-economici, dei processi di partecipazione e di attivazione da parte delle comunità locali. L’efficacia del progetto in termini di partecipazione delle comunità locali e dei portatori di interesse sarà necessariamente legata alla capacità di realizzare iniziative che possano autosostenersi per proseguire oltre i termini del progetto stesso. Solo così sarà, infatti, possibile concretizzare pienamente l’ottica proposta di presidio continuativo del territorio lagunare basato sulla manutenzione ordinaria e diffusa. Per verificare se l’impostazione proposta potrà avere successo nel lungo termine, riteniamo obiettivo progettuale di primaria importanza la quantificazione dei vantaggi economici insiti in un approccio alla gestione del territorio di tipo preventivo come quello presentato, rispetto ad uno di tipo emergenziale. Per fare questo non si dovrà tenere conto solo dei puri costi di manutenzione, ma anche dei benefici che l’esistenza e la difesa dell’ambiente barenale portano al tessuto socio-economico lagunare, come quelli relativi alla pesca, al turismo sostenibile, alla promozione di attività didattiche divulgative e formative, al benessere sociale e alla valorizzazione della cultura tradizionale. Un team di ricercatori olandesi quantificherà tramite analisi socio-economiche il valore dei servizi ecosistemici♦ forniti dalle barene e dalle attività economiche ad esse legate, e la sostenibilità dell’approccio integrato alla gestione del territorio proposto in LIFE VIMINE. Istituzioni come il Provveditorato Interregionale alle OO. PP. ed il Comune di Venezia, che si occupano di gestione del territorio lagunare, sono state coinvolte nel progetto anche in quanto potenzialmente interessate ai risultati di tali analisi.