© Riccardo Roiter Rigoni
Nel delicato contesto della Laguna di Venezia, l’erosione generalizzata dell’habitat a barena è espressione di degrado ambientale e dissesto idrogeologico. L’erosione comporta un progressivo arretramento delle sponde delle barene a cui è associata la perdita di ingenti quantitativi di sedimenti trasportati in mare mediante il gioco delle correnti. Tale fenomeno ha assunto entità così rilevante da modificare in maniera significativa e visibile il paesaggio lagunare: superfici sempre più estese di zone barenali scompaiono con un processo a cascata che si autoalimenta e che determina un progressivo impoverimento generale del territorio. Parliamo di processo a cascata, poiché la scomparsa di una barena facilita l’erosione delle superfici circostanti, venendo a mancare la sua funzione di protezione e assorbimento dell’energia dell’onda. L’estensione delle superfici occupate dalle barene nel 1901 era di 170 km2, nel 1932 di 104 km2, nel 2003 di 47 km2 [2].
I sedimenti distaccati dalle barene si accumulano sul bassofondo circostante, favorendo il fenomeno di appiattimento dei fondali lagunari. I sedimenti sono, in parte, risospesi dall’azione congiunta di onde e marea, trascinati dal regime della corrente prima verso i canali minori e successivamente nei canali maggiori, e da qui, per le elevate velocità del flusso, trasportati in sospensione fino alle bocche di porto dda cui sono, infine, scaricati in mare.
Le conseguenze dell’erosione si ripercuotono su tutti i servizi e le funzioni offerte dal sistema a barena, in particolare sul tessuto socio-economico lagunare. La perdita di valore in termini di fruizione naturalistica e turistica del territorio conduce ad un progressivo distacco delle comunità locali dal territorio, a cui si aggiunge la perdita di biodiversità, di funzioni ecologiche e paesaggistiche, insieme alla modifica dell’idrodinamica su piccola e grande scala.
Vediamo ora in maggior dettaglio le caratteristiche del “sistema barena”, le sue funzioni e la molteplicità di cause che influiscono sul processo erosivo.
Il sistema barena è una delle formazioni morfologiche caratteristiche della laguna veneta: oltre alla superficie delimitata dalla barena in senso stretto, esso include anche velme e bassifondi che la circondano, e l’intero reticolo di canali che la delimitano e attraversano. La barena è contraddistinta da alcuni specifici caratteri intrinseci. Uno di questi è la regolare sommersione ed emersione a seguito delle maree; la sommersione avviene solo nelle fasi di alta marea pronunciata [2], che supera la quota della superficie superiore della barena che si trova generalmente intorno a 20-40 cm sul livello medio mare. Le barene sono costituite da sedimenti limosi e argillosi ad elevata componente organica; sono normalmente ricoperte da vegetazione alofila ♦ , specializzata e in larga misura erbacea e con specie a foglie ridotte e carnose adattate alla salinità di suoli regolarmente sommersi dalle maree [1]. Una caratteristica distintiva della vegetazione è la sua differenziazione verticale, sensibile a piccole variazioni di quota. La successione di specie che si sviluppano nella fascia altimetrica tra 0 e +40 cm è pressoché costante e ripetitiva e può essere considerata indicatrice di quota [3].
Un’importante caratteristica di questi sistemi ambientali è che sono in continua evoluzione morfologica essendo il risultato dell’interazione dinamica tra sedimenti, correnti e vegetazione. In generale, infatti, le lagune sono ecosistemi di transizione non solo nello spazio, in quanto si trovano dove la terra incontra il mare, ma anche nel tempo, in quanto il paesaggio lagunare cambia continuamente. Questo concetto deve essere posto alla base nella progettazione di un intervento di protezione che vuole adattarsi al sistema barena e dirigere, ma non costringere rigidamente, le sue dinamiche naturali; tale tipologia d’interventi, quindi, deve essere flessibile, facilmente reversibile, modificabile e biodegradabile.
Analizzare le funzioni e i servizi forniti dall’habitat a barena è indispensabile per comprendere la loro importanza e i motivi per i quali vogliamo proteggerle. Partiamo dalla funzione idrodinamica, la quale è strettamente legata alla particolare conformazione geomorfologica che vede le superfici emerse penetrate da un reticolo di canali principali legati a canali secondari, a "ghebi" principali e secondari, fino ai micro-alvei. Questa tipologia di struttura attenua le correnti di marea e favorisce la circolazione dei flussi d’acqua caratterizzati da diversa salinità, temperature, densità.
La presenza delle barene nella laguna svolge anche una funzione di fascia tampone: permette di dissipare l’energia delle correnti, attenuando l’effetto erosivo sulle altre superfici emerse e le sponde dei canali, e favorisce l’abbattimento di inquinanti provenienti dall’entroterra mediante principi di fitodepurazione. Rilevante è anche la funzione ecologica delle barene, legata alle caratteristiche intrinseche che appartengono ad un ambiente di transizione: le continue sommersioni ed emersioni, le forti oscillazioni dei parametri fisico-chimici, la forte salinità, favoriscono la presenza di una vegetazione specializzata e a sviluppo verticale. Queste caratteristiche, unite alla morfologia delle barene come quelle di bassifondi e velme, favoriscono la creazione di nicchie ecologiche e il conseguente accrescimento della biodiversità terrestre e marittima.
Habitat unico per la riproduzione e crescita di specie ittiche pregiate, l’intero sistema barena supporta l’attività di pesca e, conseguentemente, lo sviluppo socio-economico locale. In generale, vi è sicuramente un legame intimo e affettivo tra questo habitat e le comunità locali che vivono e lavorano nel territorio.
Tali molteplici significati e pregi propri dell’habitat a barena, spesso trascurati o poco noti, vanno divulgati e disseminati in quanto riteniamo che soltanto la piena consapevolezza del valore di tali ecosistemi possa favorire un adeguato grado di protezione ambientale.
Non esiste una singola causa per l’erosione delle barene, ma una molteplicità di cause sia naturali che antropiche che spesso si alimentano a vicenda. Tra le cause naturali, emerge l’effetto combinato del regime delle maree e del moto ondoso provocato dal vento, che risolleva i sedimenti e li trasporta verso le bocche di porto. La capacità del vento di generare moto ondoso aumenta, oltre che con la sua intensità e con la profondità delle acque, anche con l’estensione del fetch ♦; il fetch a sua volta dipende delle barene la cui presenza ne limita l’estensione [2].
Le cause di origine antropica sono numerose. La più storica è la diversione dei maggiori fiumi che in passato sfociavano in laguna compiuta nel corso di secoli dalla Serenisisma per fronteggiare i fenomeni, di interrimento del bacino lagunare, cominciati a manifestarsi a partire dal XII secolo; questi provvedimenti dovevano garantire l’agibilità ai fini della navigazione delle bocche di porto e, quindi, le attività economiche e militari [2]. Nel lungo termine, queste modifiche dell’idrodinamica hanno influito sul processo erosivo, principalmente per due motivi: un minore apporto di sedimenti trasportati in sospensione dai corsi d’acqua, con conseguente cambiamento del bilancio di sedimenti tra apporto ed estromissione in mare; un minore ingresso di acque dolci, che influenzano la vegetazione delle barene, diminuendo la loro capacità di consolidare il terreno. Altri interventi che influenzano l’erosione e favoriscono lo scambio dei sedimenti col mare sono la realizzazione dei moli alle bocche di porto e lo scavo di profondi canali navigabili per il transito delle grandi navi commerciali e turistiche. La costruzione dei moli alle bocche di porto, ultimata nel 1934, è stata attuata per ripristinare e potenziare la navigabilità lagunare consentendo alle imbarcazioni di entrare in laguna e raggiungere i porti interni; tale opera ha innescato importanti processi morfologici di natura prettamente idrodinamica e morfodinamica, che hanno incrementato l’intensità della demolizione delle barene e la perdita netta di sedimenti verso il mare [2]. Anche lo scavo dei grandi canali altera l’idrodinamica lagunare e velocizza i flussi dei sedimenti trasportati in mare. Esistono, poi, cause legate alle tradizioni e alle attività compiute quotidianamente in laguna, come il moto ondoso generato dalle imbarcazioni a motore, e la pesca invasiva dei molluschi che comporta l’alterazione del film microfitobentonico che ha la funzione di proteggere il fondale dall’erosione della corrente [2]. Bisogna, infine, tenere conto del fenomeno della subsidenza del suolo, che consiste nel processo di compattazione dei materiali alluvionali e marini fini, come limi e argille; tale fenomeno può essere causato sia dall’estrazione di acqua dalle falde acquifere che dal naturale processo di consolidamento del suolo. Un effetto simile sulle barene ha l’innalzamento del livello del mare presumibilmente dovuto al cambiamento climatico globale.
[1] Bonometto, L., 2003. Ecologia applicata e ripristino ambientale nella Laguna di Venezia: analisi e classificazione funzionale delle “barene” e delle tipologie di intervento sulle barene. CPM, Comune di Venezia.
[2] D'Alpaos, L., 2010. Fatti e misfatti di Idraulica Lagunare. La laguna di Venezia dalla diversione dei fiumi alle nuove opere alle bocche di porto. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, Venezia.
[3] Silvestri S., 2000. La vegetazione alofila quale indicatore morfologico negli ambienti a marea. Tesi di dottorato in Modellistica dei Sistemi Ambientali, Univ. di Padova.